Terra. Non c’è nome proprio più concreto di questo.
Sì, perché il nostro Pianeta ha il nome della cosa più comune e più reale che ci sia: la terra, quella che ti sporca, quella che è sempre troppo bassa e che ha spaccato la schiena a generazioni di nonni e di bis-nonni.
La terra, quella che se ci metti le mani ti si infila sotto le unghie, come a non volerti lasciare più, che, quando arriva la pioggia, profuma come nemmeno un mazzo fiori... La terra che è proprio come una mamma, quando conserva per l’inverno i semi e i germogli a cui dà vita in primavera. La terra, quella che ai bambini piace tantissimo quando diventa fango mescolata all'acqua dopo un temporale d’estate, o quando diventa sabbia sulle rive del mare.
Sono cresciuta, per mia fortuna, con le mani e le ginocchia quasi sempre sporche di terra, perché nei pomeriggi d’estate aiutavo il nonno con l’orto o giocavo in giardino con le mie sorelle e amiche. Sarà anche per questo che ho desiderato tanto una casa con il giardino, e sarà per questo che, ora che questo giardino ce l’ho, mi preoccupo più dell’aiuola che dei pavimenti di casa!
Io penso che l’amore per la Terra, quella con l’iniziale maiuscola, passi proprio dall'imparare ad amare la terra con l’iniziale minuscola, perché è l’espressione più concreta e a noi più vicina del mondo che ci è stato affidato.
In questa “Giornata della Terra”, auguro a mia figlia di saper apprezzare sempre, anche se crescerà nell'era digitale, la gioia di sporcarsi le mani e di saper riconoscere il buon profumo della terra!
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